Alessandra e Gabriele ci hanno raccontato il loro viaggio in Madagascar:
Atterrare all’aeroporto Hell-Ville – una cittadina molto curata – sulla piccola isola di Nosy Be, significa entrare in Madagascar dalla porta principale in termini di natura, scenari e bellezza del paesaggio. Nosy Be è infatti la quintessenza della nazione malgascia stessa. Qui si trovano la maggior parte dei lemuri esistenti nel paese, camaleonti, parchi selvaggi e spiagge splendide. In pratica un piccolo biglietto da visita di quello che il visitatore troverà nel resto del paese.
L’approdo sull’isola maggiore è invece ad Ankify, il piccolo porto sull’omonimo promontorio dove attraccano barche a vela di ogni nazionalità e da dove partire per esplorare il nord del Madagascar. Da qui – con appena quaranta minuti di suggestivo viaggio in barca e un breve tratto di strada – si arriva alla graziosa cittadina di Ambilobe, sulle rive del fiume Mahavavy. Piccola e dal carattere coloniale, la città è animata da un mercato che si tiene quasi ogni giorno e dove è consigliato fermarsi per vivere tutti i colori e gli aromi di queste terre. Da queste parti, infatti, ci sono piantagioni di cacao, cannella e vaniglia, ma soprattutto cresce della meravigliosa frutta tropicale come banane e mango che a queste latitudini hanno un sapore unico.
Questo è il punto privilegiato per avventurarsi nell’area naturale protetta della Riserva speciale dell’Ankarana. 18.000 ettari di natura selvaggia dominata dalla presenza del massiccio dell’Ankarana. Un complesso caratterizzato da affascinanti pinnacoli calcarei, chiamati tsingy, erosi da una fitta rete di corsi d’acqua sotterranei. La riserva si presenta come una vera e propria foresta di pietra, formatasi in epoca giurassica, al cui interno è possibile affrontare percorsi di trekking di ogni livello, in uno scenario quasi lunare.
Si tratta di una delle mete preferite da coloro che amano le arrampicate, anche da chi è alle prime armi; ci si può infatti cimentare con percorsi di facile livello per esplorare il Massiccio dell’Ankarana. Qui è possibile ammirare una fauna essenzialmente composta da lemuri, fossa, tenrec (mammiferi autoctoni del Madagascar), il drongo (una particolare razza di uccelli locali, a rischio estinzione), i colibrì e i martin pescatore. Il lago che si trova presso il villaggio di Issey può essere attraversato in piroga e rappresenta una splendida escursione per osservare al meglio il massiccio montuoso, oltre che un punto ideale per esplorare tutto il parco. Qui il paesaggio si trasforma ad ogni chilometro e si può passare dalla tipica vegetazione tropicale ad aree esclusivamente rocciose.
In meno di un paio di ore di viaggio si giunge ad Antsiranana, la terza città in ordine di grandezza del Madagascar. Piena di vita, affascinante, caotica al punto giusto e attraversata da un traffico insospettabilmente intenso, Antsiranana rispecchia appieno l’anima multietnica e coloratissima della nazione malgascia. La sua anima di porto commerciale ha attirato qui francesi, arabi, cinesi e comoriani, impegnati nel commercio di caffè, arachidi, sale, mais e bestiame. Le abitazioni più vecchie sono in stile coloniale, spesso dai colori bizzarri e intensi. La grande baia di Diego Suarez – sulla quale si affaccia Antsiranana – è percorsa da spiagge meravigliose, scenari mozzafiato e tranquilli villaggi di pescatori locali. Qui la vegetazione è costituita da bassi arbusti, baobab e alberi di casuarina.
Sulla strada per il piccolo villaggio di pescatori di Ramena si trova la celebre spiaggia di Le Trois Baies (le tre baie), uno dei vanti del Madagascar e apprezzata per la sua sabbia bianchissima e le acque trasparenti riparate dalle scogliere coralline. Ognuna delle tre baie ha una sua specifica peculiarità. La Baie Sakalava è il regno dei kiters, per via del suo mare increspato da onde poco impegnative e la sua fauna composta da dolcissimi delfini e tartarughe giganti, la Baie des Pigeons, popolata da piccioni e altri uccelli selvaggi, e Baie des Dunes con le sue caratteristiche formazioni sabbiose. Queste spiagge sono poco affollate ed è molto facile trovarle quasi disabitate, perfette per offrire una pausa rilassante da un avventuroso viaggio nel nord del paese. Ramena è il posto giusto dove fare una pausa ristoratrice. Il vilaggio è tranquillo e generalmente popolato da soli locali, fatta eccezione per qualche raro gruppo di visitatori. Chi desidera immergersi nella vita quotidiana malgascia deve soltanto avventurarsi per le poche strade di questo paese dove sembra che tutti svolgano le proprie attività all’aria aperta: donne intente a lavare i panni, ragazze che portano cesti sulla testa, pescatori che puliscono il pesce ed una onnipresente schiera di bambini schiamazzanti. A Ramena, naturalmente, si può provare la gustosa cucina locale. Si può scegliere fra il romazava zebù (spezzatino di zebù con riso e brodo), il henakisoa ravitoto sy (maiale con purè di manioca) e il henakisoa amalona sy (maiale con anguille). Nei centri cittadini più grandi, invece, la cucina locale è quasi una fusione con la cucina francese, con piatti esotici e intriganti.
Ci vuole poco più di un’ora per arrivare da Ramena ad Ambohitra (conosciuta anche con il nome coloniale di Joffreville), porta di accesso per lo splendido Parco della Montagne D’Ambre. L’area è coperta da una foresta pluviale abitata da lemuri e camaleonti. Qui vive il camaleonte più piccolo del mondo, il brookesia micra, che non supera i 3 centimetri. Al centro del parco si trova un piccolo e affascinante lago vulcanico – il Petit Lac – e l’intera zona è attraversata da corsi d’acqua con scenografiche cascate, la più bella è La Grande Cascade, alta 80 metri, ai cui piedi si trova una grotta immersa nella vegetazione fittissima.
Una visita al parco richiede almeno mezza giornata ma gli scenari emozionanti e i percorsi avventurosi rappresentano un’esperienza indimenticabile che ci ha accompagnato per tutta la permanenza in questo straordinario paese: il Madagascar.