“Viaggiare ti lascia senza parole, poi ti trasforma in un narratore”(Ibn Battuta). Questa la premessa necessaria per comprendere il senso del mio racconto…
L’idea di intraprendere il nostro viaggio in questi luoghi è nata dall’esigenza di coniugare il desiderio di viaggio e vacanza al contempo di quattro amiche che volevano esplorare questa parte del mondo e ritargliarsi anche alcuni giorni di relax, a tal fine abbiamo valutato l’ipotesi di un tour organizzato dell’isola di Bali, presto però scartata per lasciare posto, ad una organizzazione più libera, che la mia agente di Viaggio Laura di Marras Viaggi, ha reso possibile grazie alla sua pronta capacità di accogliere la nostra richiesta e di aiutarci a tracciare un itinerario di spostamenti e hotel che fossero funzionali alla nostra idea.
Il nostro viaggio ha inizio il 24 luglio 2017 con volo in partenza da Palermo, scalo a Roma, con coincidenza per il volo diretto a Singapore (durata 12 ore…), arriviamo un po’ stanche in questa metropoli che da subito ci appare molto organizzata e stranamente priva di traffico caotico. Soggiorniamo presso Orchade Hotel, nel distretto di Orchard Road, la parte centrale e commerciale, zona dello shopping per eccellenza, un concentrato di centri commerciali di grandi firme. In questa zona si possono ammirare edifici architettonicamente interessanti come il Marriot e la Ngee Ann City.
Singapore é composta da vari distretti, tra questi meritano una visita almeno i principali, ovvero Little India, quartiere dove ci rechiamo per vedere il tempio Sri Veeramakaliamann, che visitiamo fortunatamente e occasionalmente, in un momento della giornata in cui si celebrano riti accompagnati da musiche e offerte alle divintà, in particolare alla dea Kali, restiamo affascinati da quell’atmosfera spirituale avvolta dagli effluvi dell’incenso e dai colori delle statue. Da lì proseguiamo verso il Budda Gaya Temple, famoso per la raffigurazione del Budda dalle dimensioni imponenti .
Altro quartiere da inserire nel tour della città è Chinatown, la zona oltre ad essere un tripudio di bancarelle di souvenir Made in Cina , che non riusciamo a vedere bene perché si scatena un forte temporale, è da visitare per il Thian Hock Keng Temple, ovvero il tempio della felicità e il Sri Mariamman, un tempio indù in legno.
La nostra visita di Singapore dopo due giorni prevede una pausa di relax, un regalo che ci siamo volute concedere per provare un’emozione davvero spettacolare, ovvero un pernottamento( necessario oltre che costoso) per ottenere l’accesso all’ infinity pool più alta al mondo, una piscina a forma di nave, situata al 57° piano del famoso hotel Marina By Sand, hotel spettacolare dal quale si gode una vista unica sui grattacieli della città. Vi assicuro che vale veramente la pena, da lassù abbiamo assistito la sera anche allo spettacolo di luci che si accendono a suon di musica del Garden by the Bay, ovvero gli spettacolari giardini botanici.
Dopo questa rigenerante pausa ,il nostro viaggio prosegue alla scoperta dell’Arab street, quartiere arabo, dove sorge la Sultan Mosque, con le sue guglie d’oro, ma al cui interno non ci è apparsa particolarmente suggestiva. Girando tra i vicoli è piacevole scoprire murales di un certo interesse e piccoli negozietti caratteristici.
L’ultimo nostro pomeriggio a Singapore lo dedichiamo alla visita all’isola di Sentosa, che raggiungiamo come tutte le altre mete della città, in taxi, perché i prezzi convenienti e il traffico quasi inesistente ci consentono di muoverci con estrema facilità. Ci appare un luogo di divertimento soprattutto per famiglie con bambini, una specie di “paese dei balocchi”, nel quale abbiamo vagato con l’unico scopo di lasciarci guidare la ciò che più ci incuriosiva, tra giochi di luci, proiettati anche su una riproduzione del Merlion, simbolo della città, statua metà leone e metà pesce, e li troviamo diversi posti dove cenare.
L’indomani ha inizio la seconda parte del nostro viaggio con un volo diretto per Bali. Qui la nostra vacanza, su nostra richiesta era stata articolata in due differenti punti: Ubud, centro culturale e geograficamente ben collocato per ciò che ci interessava visitare e Kuta, città posta a sud dell’isola.
Dopo essere atterrati a Depansar, capitale dell’isola, veniamo trasferite a Ubud, con un percorso di circa due ore, attraversando villaggi e piccoli paesi, che fin da subito ci danno l’idea di essere arrivate in un posto molto diverso da Singapore.
Al nostro arrivo al The Sungu Resort Hotel, un hotel in perfetto stile balinese, troviamo un’accoglienza gentile e delicata da parte del personale, che subito ci mette a nostro agio e ci offre il modo di rilassarci.
Penso sia necessaria una giusta predisposizione d’animo ad accogliere la spiritualità di questa isola, di una terra bagnata dalle risaie, avvolta dall’oceano, attraversata da fiumi e ruscelli, una terra in cui l’elemento acqua è sinonimo di vita e purificazione al tempo stesso. Non abbiamo visitato un solo tempio che in qualche modo non fosse collegato ad un corso d’acqua, sia che si trovasse nel pieno centro della foresta, sia che fosse collocato in un piccolo villaggio…acqua come filo conduttore.
Ubud oltre al palazzo reale, visitabile purtroppo solo esternamente, ha un centro piccolo, facilmente percorribile a piedi, dove è possibile visitare gallerie d’arte, piacevoli caffè, warung (ovvero le nostre trattorie) di varie tipologie. Assolutamente da visitare la Monkey Forest, la foresta delle scimmie balinesi. L’obiettivo del Santuario Sacro della Foresta delle Scimmie è la conservazione dell’area secondo il principio del Tri Hita Karana, ovvero una corrente filosofica dell’Induismo, il cui significato si forma unendo i concetti di “Tri”, tre, “Hita”, felicità, ”Karana”, modo, così da significare “Tre modi per ottenere la felicità”. I tre modi con cui cercare e mantenere l’armonia nella vita si ritrovano nei seguenti ambiti: tra gli uomini, tra l’uomo e l’ambiente, tra l’uomo e Dio. Il santuario, presente dentro la foresta, ha la funzione di divulgare pace e armonia tra i visitatori. Le scimmie che popolano la foresta sono dei Macachi, che avvicinano facilmente i visitatori attratti da ogni luccichio e dalla voglia di ottenere banane.
Diversi sono i posti in cui mangiare bene ad Ubud, spendendo veramente poco, ma in assoluto vorrei consigliarvi il Fair Warung Bale-Fair Future Foundation, un locale degno di nota sia per la cortesia, sia per l’ottimo cibo e sia perché in realtà è un’associazione di volontari che devolvono parte del ricavato per l’assistenza ai bambini balinesi…infine qui ho mangiato il miglior nasi goreng con pollo.
Decidiamo di prenotare sul luogo delle escursioni con guide locali, parlanti inglese così da spostarci più agevolmente nei dintorni.
Visitiamo il Goa Gajah, grotta dell’elefante scavata nella roccia, si accede alla caverna attraverso la grande bocca di un demone. Atro tempio da visitare è il Gunung Kawi, uno dei più antichi e grandiosi templi dell’isola, composto da santuari funebri scolpiti nella roccia, vi si accede scendendo circa 300 gradini. Il Tirta Empul é tra i più interessanti templi, collocato tra sorgenti di acque sacre, alle quali si attribuiscono poteri magici. E’ tra i templi più affollati, meta di pellegrinaggi da parte di gente del luogo e non solo.
Una visita alle pendici del vulcano Kintamani e alle risaie vale una giornata di relax tra la natura , percorrendo strade, purtroppo molto trafficate, ma che attraversano piccoli e suggestivi villaggi.
Nella seconda parte della nostra vacanza a Bali abbiamo soggiornato a Kuta, zona molto più turistica e caotica rispetto a Ubud, presso il Pullman Bali Legian Nirwana Hotel, molto bello e vicinissimo al mare. Un mare meta di serfisti australiani, caratterizzato da onde altissime. Qui abbiamo avuto la possibilità di rilassarci facendo comunque qualche escursione, tra queste molto suggestiva è stata quella al tempio Tamta Lot, posto sull’oceano, dal quale sgorga una fonte di acqua dolce, ritenuta miracolosa, luogo affascinante per la sua posizione.
Anche a Kuta abbiamo provato il massaggio balinese, rigenerante e rilassante al tempo stesso, proprio come lo è quest’isola…
Qui si conclude il nostro viaggio durato 15 giorni.
Che dire di più…come in ogni viaggio lasciamo luoghi non esplorati, strade non battute e portiamo invece con noi la ricchezza di volti, sapori, paesaggi e tanto altro.
Vi lascio con parole non mie, ma che faccio mie: “Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione…La fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro” .(Josè Saramago).
Grazie a tutti per la vostra attenzione e a Marras Viaggi per la professionalità nell’organizzazione del viaggio… Buoni viaggi da Aurora.